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Ancora poche ore e depositeremo in archivio uno degli anni più litigiosi della storia recente di Parma. Litigi ripetuti tipo quelli televisivi Mondaini-Vianello: ma senza qui riuscire a sorriderne e semmai con l’analogia dell’irresistibile commento di Sandra  (“Che noia che barba, che barba che noia”) che abbiamo parmigianizzato nel nostro titolo.

Difficile stabilire se lo scudetto per la lite più stucchevole spetti ai mille e spesso sconfortanti dibattiti social oppure agli istituzionali (e in realtà anche questi troppo spesso affidati ai social) contrasti dentro e fuori il Municipio, fra il sindaco e la sua maggioranza da una parte e le opposizioni dall’altra. Uno spartito che ha preso corpo (ma in modo cacofonico) soprattutto dopo l’elezione in Parlamento di una pattuglia parmigiana tutta leghista e con la contemporanea avventura avviata dal sindaco Pizzarotti oltre i confini, con il nuovo soggetto politico di Italia in Comune. Anche oggi, potete avere un’idea della rigidità e del livello del dibattito guardandovi lo spazio commenti del post del sindaco su manovra del governo e aumento delle tasse.

E nel clima di perenne campagna elettorale del nostro Paese (Comunali 2017, Politiche 2018, Regionali ed Europee 2019) le frecciatine e le fiammate hanno preso il posto di più seri dibattiti in cui, ferma restando la divisione maggioranza/opposizione, si potrebbe si dovrebbe guardare al futuro di Parma volando un po’ più alto.

Aggiungiamoci il ritiro di chi era stato l’ultimo candidato a cedere alla rielezione di Pizzarotti (ovvero Paolo Scarpa) e ne esce il quadro di un dibattito politico davvero poco esaltante, nonostante lo sforzo di qualche singolo.

L’anno nuovo ci porterà qualche schiarita? Speriamo: magari a partire dal vicino Sant’Ilario. Ne riparleremo…

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