La scritta sembra fuori posto. Oppure fa sorridere: “Fragile” non può infatti essere quello scatolone di cartone pieno a sua volta di carta. Ma è quando inizi a passarli, quei ritagli…

Erano più di 10mila e ce ne sono ancora almeno due terzi. Ritagli di cronaca, pezzi di storia della città, pezzi di vite che ho incrociato, raccontato, ammirato o detestato, e un po’ rubato perchè da chiunque impari qualcosa, da imitare o da evitare.

Una sorta di tela di Penelope che si sdipana con lentezza, un po’ per pigrizia o altri impegni e un po’ per scelta. Per tener lontani fantasmi che puntuali si materializzano ad ogni scatolone.

Possono essere le istruzioni del sistema editoriale su “come scrivere un articolo per il web”: e c’è dentro tutta la difficoltà dei giornali, anche a Parma, per mettere in dialogo carta e web, e non in competizione. Poi ci sono storie straordinarie, e vorresti essere ancora in redazione per indagare o far indagare: che fine ha fatto il ragazzo che rimase incolume dopo essere caduto dal quarto piano? e ha ancora la divisa chi sfuggì miracolosamente a un attentato in Somalia? e il teenager che ho archiviato come vincitore delle Olimpiadi di Matematica ha poi mantenuto il pallino dei numeri? (Sì, perchè la curiosità del cronista conduce a facebook e a un profilo che parla della Normale di Pisa…). E la ragazza che fu premiata al concorso di poesia da Attilio Bertolucci scrive ancora versi o ha dovuto adattarsi a una vita in prosa?

“Il giornalismo – disse in una intervista a Gian Franco Bellè il borgotarese Bruno Raschi, vicedirettore della Gazzetta dello Sport e impareggiabile cantore del ciclismo – si impara sfogliando le raccolte”. Credo sia ancora verissimo, e in quelle raccolte spesso si annidano storie che, se rispolverate con la giusta curiosità (e con il rispetto di chi le visse allora) potrebbero andare a formare una piccola grande storia di parmigianità ricchissima di insegnamenti. Perchè nulla ci può arricchire come le esperienze altrui.

Vedo un titolo anni ’80 “Marconi okkupato” e inizia una sfilza di articoli messi da parte per La Vasca. Nostalgie personali a parte, sento come un buco profondo la mancanza, nei tanti media parmigiani, di uno spazio fisso dedicato agli Under 25: allora le condivamo con la musica delle band ed era anche quello un mattoncino del dibattito che Parma dedicava ai giovani. Qualcosa fruttò, se dopo alcuni fatti tragici i quartieri si riempirono di iniziative: oggi, forse, servirebbe un ripasso collettivo, che metta ancora insieme ragazzi e adulti come allora.

I fantasmi ci sono davvero: i rimpianti per i progetti mancati e la consapevolezza che oggi il tempo dei progetti è ben più ridotto (a dire il vero sarebbe già finito, con la pensione, ma mi sono regalato in qualche modo i tempi supplementari…). E i giorni del Covid e delle passeggiate in corridoio o sul balcone avevano fatto riflettere proprio sul tempo della clessidra, che pian piano fa scendere la sua sabbia.

Ma i fantasmi vanno scacciati. I ritagli è tempo di dirigerli senza pietà o tentennamenti verso il cestino della carta: tutti, bisognerebbe. Quasi tutti, in realtà: c’è sempre qualche idea che può venir buona per il blog… o almeno da portare all’università: dopo l’estate, quando si spera torneremo anche in aula a guardarci in faccia, racconterò che per trovare notizie e storie occorre tenere gli occhi aperti. A volte anche guardando all’indietro, per poi sapere e raccontare come è andata a finire.

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