E’ di carta, ma è un libro da ascoltare. Da mettere sul piatto, a 33 giri…

Parole di un’altra epoca e quindi da capelli grigi, magari da nostalgia? Niente affatto, perchè se c’è una cosa che può lenire la tristezza di essere oggi non più giovani è quella di esserlo stati ai tempi del Pop.

E si deve a Roberto Ceresini e a un gruppo di amici (Franco Bolsi, El Grifo, Gian Luca, Alberto Maria Sirocchi, Roberto Sirocchi) l’idea di una pubblicazione che ha il suo unico difetto nella frase sull’ultima di copertina: “Libro non in vendita”. E ha il suo principale pregio nel fatto che – contrariamente a ciò che abitualmente si dice come complimento – non si legge tutto d’un fiato. Anzi, il consiglio è quello di leggerlo con estrema lentezza. Centellinando pagina dopo pagina per accompagnare il testo scritto con l’immediato ascolto del brano o dell’album che in quella pagina vengono raccontati.

Che sia il blues di John Lee Hooker, il country rock (e psichedelia) di David Crosby, l’avvio fulminante di Layla o la raffinatezza dei King Crimson di Islands, ogni testo è un suggestivo suggerimento. E l’insieme mette nero su bianco la straordinaria varietà – e a che livelli! – della musica fra i Sessanta (con adeguata e non scontata carrellata beatlesiana) e i Settanta. Una ricchezza di stimoli e stili difficile a ritrovarsi, prima e dopo quegli anni.

Roba da farci uno o più incontri pubblici (hai presente, Roberto, il racconto a 4 di John Lennon che hai ospitato a inizio 2020 da Feltrinelli?). Roba da far leggere e ascoltare ai giovani, perchè anche loro possano pensare – questa volta con l’invidia tutta dalla loro parte – “che fortuna essere nati 60 anni fa…!”.

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