Parto dal sottotitolo, che è “Storia di un parmigiano”. E penso, tanto più in una data importante come questo 25 Aprile, che sia davvero tempo di scrivere una Storia fatta davvero di storie che valgono: spesso più di quelle dei “grandi” protagonisti della politica o di altri campi nei quali lasciano forse più danni che tesori.

Se vogliamo preservare e vitalizzare una bella Parmigianità,

dovremmo forse dare meno spazio alle storie che l’hanno infangata e attingere invece a chi la sua vita parmgiana l’ha spesa con altruismo e con il sorriso. E di sorrisi ce ne sono stati tanti alla presentazione del libro “Felice da Parma: storia di un parmigiano”, in una Corale Verdi gremitissima.

Accanto all’autore Gian Luca Zurlini, un giornalista che è un pilastro dell’amore per le cronache parmigiane come aveva già dimostrato con il libro sulla Parma di Elvio Ubaldi, il direttore della Gazzetta Claudio Rinaldi ha sottolineato appunto il sorriso contagioso di Felice, che non aveva nemici (“Alzi la mano – ha scritto nella prefazione – chi ha sentito, una sola volta, una mezza parola contro Felice da Parma”). Gli aneddoti si sono susseguiti nei vari interventi e nelle parole dello stesso Zurlini. Ed è stato bellissimo vedere la gioia sui volti di Valeria, di Davide e di tutta la famiglia, immaginando anche il sorriso – da qualche parte – dell’indimenticabile Maurizio “Lillo” Bonazzi.

Ma il libro e le storie le scoprirete andando in edicola. Quello che qui mi piace sottolineare, perchè spesso lo abbiamo messo in secondo piano rispetto al Felice sportivo o al Felice mattatore nelle radio private, è la stupenda lezione del Cor Pramzan. Per ben 27 anni (un numero in sintonia con le opere verdiane…), “Felice e la Lidia” (Lidia Zilioli) e un gruppo di splendidi volontari hanno regalato sorrisi agli ospiti degli Iraia e di altre strutture di Parma e provincia, con canzoni, poesie e sketch dialettali.

Ecco: fermiamoci a pensare. Ventisette anni pieni di domeniche al servizio degli altri, e in particolare degli anziani. Guardate che non è facile trovare per Parma molte altre storie simili per solidarietà e altruismo. Allora, grazie a Zurlini e chi ha voluto fare in modo che questa storia diventasse belle pagine di carta. E, parafrasando la scritta che lui stesso dedicò nel 1968 all’idolo Adorni sul cavalcavia ferroviario di via Emilia ovest, W Felice. E lunga vita alla Parmigianità vera: quella del sorriso e della solidarietà.

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