Un fotogramma che mi ha emozionato. Un abbraccio a Londra, ieri sera nella diretta Champions della gara fra Tottenham e Milan che
ha segnato il ritorno dei rossoneri in Europa dopo oltre un decennio: un abbraccio made in Parma.
Stefano Pioli e Giacomo Murelli. Uno in giacca e l’altro col giubbetto rossonero: felici sotto la pioggia nella capitale inglese come li vidi uscire, anche lì sotto il diluvio e con in più tanto fango addosso, a Sanremo, nel giorno della promozione 1984 (allora la B era il paradiso, anche nel titolo della Gazzetta…) siglato proprio da Pioli con un gol alla…Pippo Inzaghi. Perchè allora le promozioni arrivavano con la Sanremese e con firme parmigiane (come sarebbe avvenuto anche due anni dopo con Melli nel Parma di Sacchi).
Uno pramzàn di città e l’altro di quella Bassa che ha tramandato la saggezza della civiltà contadina mai priva di una umile ambizione (l’ossimoro vale da Verdi a Guareschi ai ristoratori Cantarelli a Bergonzi e a tanti altri): il parmigiano Stefano faccia d’angelo e il sansecondino Giacomo sempre applicatissimo. Due difensori che ora stanno disegnando una squadra che, senza i campioni di Sacchi, possa comunque affrontare ogni platea senza timidezze. Neppure in Europa.
Il loro scudetto è stato un capolavoro forse neppure valutato nel suo giusto spessore (per me il Milan dell’anno scorso era la terza-quarta rosa del campionato). Quest’anno temevo molto la crisi di presunzione, soprattutto in alcuni giocatori: Leao ne è un po’ un esempio. Ma mi aveva tranquillizzato, e la ricordo con affetto, una chiacchierata con un grande amico di Pioli che ieri sera da qualche parte ha sicuramente esultato: Enrico Cannata, che su Stefano scommetteva per un’altra annata ad alto livello.
Chissà che cosa avrebbe detto e pensato nel gennaio orribile dei rossoneri, con tanti tanti commenti sui social che rispolveravano l’iniziale e diffidente #pioliout di chi aveva accolto a Milano il nuovo tecnico con scarsissimo entusiasmo. Ma anche se questa stagione potrebbe realisticamente concludersi con uno “zero tituli”, aver saputo riprendere la rotta dopo quei rovesci di gennaio, senza mai perdere la fiducia dello spogliatoio, vale quasi un altro scudetto, per quanto riguarda la maturità e la crescita di Pioli, di Giacomo e di tutto lo staff.
Nei quarti di Champions, salvo stravolgimenti, Stefano e Giacomo troveranno probabilmente un altro ex crociato al quale un poco assomigliano, anche se il palmares resta distantissimo: Carlo Ancelotti. E mi immagino il sorriso, nel guardarli dall’alto, di chi per primo credette in loro calcisticamente: l’inimitabile Presidente Ernesto Ceresini. E con lui Marino Perani, che appunto guidò Stefano e Giacomo in quella splendida promozione.
Oggi per il lavoro di Pioli e Murelli ci sono anche, online sulla Gazzetta dello sport, i complimenti di un altro grande ex gialloblù: Arrigo Sacchi. E a proposito di ex allenatori, il nuovo assetto della difesa a tre obbligherà Pioli e i suoi a studiare qualche alternativa per non far mancare giocatori nella fase di costruzione e attacco rispetto agli avversari: in questo potrebbe essere prezioso studiare la duttilità del 5-3-2 di Nevio Scala grazie alla versatilità di gente come Grun, Minotti, Di Chiara, Benarrivo.
Infine, a proposito di Scala e per chiudere il cerchio tornando alla serata di Londra, a due mesi dal 30° anniversario della impresa di Wembley, torno a chiedere se è davvero impossibile – mentre stiamo qui ad augurarci che perfino Putin e Zelensky si siedano a un tavolo e depongano le armi – immaginare e costruire un modo per festeggiare quella ricorrenza ricucendo una volta per tutte (dimenticando almeno per un giorno torti e ragioni) il rapporto fra Parma e chi a Parma calcisticamente ha regalato i giorni più belli…
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Marzo 9, 2023 il 9:20 am
Bello punto. E grazie. Ale.