Ho indicato anche la data nel titolo, per collocare subito le parole di un importante religioso di Parma (mons. Pietro Rossolini) in un contesto lontano dal cicaleccio che

caratterizza i nostri giorni web e social. E nella foto vedete un altro grande protagonista della storia della Chiesa di Parma: monsignor Benito Cocchi. L’allora vescovo di Parma, intervenendo a sua volta nel 70° anniversario della morte di Padre Lino, sottolineò che “Padre Lino fu un contemporaneo per la sua intensa condivisione a favore dei poveri: rispose di persona e si prodigò con amore”.

Era, quella, la risposta che monsignor Cocchi dava alla domanda che si era posto qualche riga prima, ovvero: “Perché la sua memoria resta viva e popolare anche quella di altri pur benemeriti contemporanei che, da scienziati e politici, hanno certamente contribuito al vero progresso della città?”. E a sua volta il quesito faceva il paio con un altro: “Come mai la Parma laica ha preceduto la Parma credente nel venerare Padre Lino?”.

Non erano domande banali, tanto meno se a porle era il vescovo della città. Banale, del resto, monsignor Cocchi non lo è stato mai, al punto che sono in tanti a sostenere che la sua “promozione” ad arcivescovo di una diocesi più importante (Modena) fu in realtà un allontanamento, sollecitato dalla parte di Parma più refrattaria a certi tipi di cambiamenti e sollecitazioni.

Come sia andata allora lo sospetto ma non lo so. Personalmente non ho conoscenze e titoli per ricostruire quell’evento, anche se in compenso posso testimoniare personalmente il grandissimo affetto e la tristezza di tantissimi parmigiani che gli tributarono un lunghissimo saluto all’uscita dalla sua ultima messa in Cattedrale, quando ebbi anche il piacere di intervistarlo un’ultima volta per Tv Parma dopo tantissimi e preziosi incontri con lui da cronista.

Ecco: proprio in questo filo che unì allora Padre Lino e monsignor Cocchi, ma anche un altro grande sacerdote di filosofia forse diversa da mons. Cocchi, come era mons. Rossolini, vedo una storia che non appartiene solo…alla storia di Parma, ma che ci parla in modo importante anche oggi. Le parole che ho citato e la foto dell’articolo sono tratte da La voce di Padre Lino, un opuscolo stampato dai frati dell’Annunciata nel 1995. E mi ha colpito, a distanza di ben 30 anni, proprio l’attualità e la vitalità di quei concetti, nonostante a loro volta si riferissero a un personaggio di 70 anni prima, e oggi quindi lontano da noi oltre un secolo.

Perché insisto che solo la Storia e la riflessione sul nostro passato può davvero aiutarci a costruire una bella Parma domani? Perché un Padre Lino, ma anche due figure come Cocchi e Rossolini, rispetto al nostro parlare per slogan contrapposti e superficiali – come ci hanno abituati a fare soprattutto i social – svettano sul nostro presente e lo illuminano. Oggi parliamo di poveri quasi solo come di un fastidio alla vista, oppure ne facciamo argomento da accatastare su quelli della sicurezza e del “degrado”, quasi appaiandoli ai rifiuti che troppi cittadini disseminano nei luoghi sbagliati della città.

Tanti li assistono o li aiutano, ma forse di Padre Lino abbiamo dimenticato lo sguardo nei loro confronti. Abbiamo dimenticato il rispetto per le persone, e abbiamo smesso di porci la scomoda domanda sui perché, dimenticando così il tema non piccolo delle diseguaglianze e delle cause economico-sociali che stanno dietro certe povertà, che spesso non sono certo una scelta.

Diceva ancora mons. Rossolini in quell’occasione che “Padre Lino è una figura che, forse, non riusciremo mai a capire fino in fondo”. Ecco: mentre si avvicina l’anniversario numero 101 di quella morte e di quello straordinario funerale di popolo, compresi i detenuti del carcere di Parma che seguirono il feretro fino al Camposanto senza che uno solo di loro tentasse di approfittare dell’occasione per fuggire e riacquistare la libertà, la vera consapevolezza che dovremmo avere su Padre Lino è proprio questa. Quel francescano con la “bàzla” (il mento pronunciato), che arrivò da Spalato a illuminare Parma, non deve essere solo un ricordo o un santino. Deve essere un esempio, per una città che sta dimenticando l’amore per il prossimo. Amore non sempre facile? Verissimo, ma non poi così diversamente da quanto accadeva ai tempi complicatissimi della Parma di Padre Lino…

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