Cinque incontri, su altrettante sfide che saranno fondamentali per il futuro (ma anche già per il presente) di Parma. Cinque incontri con un format particolare che li distingue dalle
sterili polemiche della politica quotidiana.
Infatti, all’origine dei cinque incontri va sottolineato il lavoro comune di istituzioni, politica (con la partecipazione di tutti gli schieramenti), associazioni economiche di categoria, associazioni culturali e di altro genere a seconda degli argomenti. Ecco i temi degli incontri:
1 – Quale Parma può essere la Parma multietnica?
Le cifre sulla composizione della popolazione e le proiezioni demografiche rendono superato, eppure in qualche modo ancora attuale, il concetto di parmigianità inteso come complesso di valori positivi condivisi. Ma come trasmetterlo a chi arriva da altri Paesi e da altre culture, e come coinvolgere i nuovi parmigiani nel trasmettere a loro volta valori positivi?
2 – Come rendere Parma più sicura e serena?
Le cronache registrano sempre più spesso episodi di criminalità “minore” per gravità di reati ma forse addirittura “maggiore” per capillarità sul territorio e quindi per fastidi (e paure) per la popolazione. Come attuare contemporaneamente interventi repressivi e politiche sociali che rendano più pacifica la convivenza?
3 – Come aiutare i nostri giovani?
Se la sicurezza ci porta alla ribalta con le numerose baby gang soprattutto il problema delle cosiddette seconde generazioni, altri temi molto concreti (si pensi al consumo di droga) segnalano un disagio che è trasversale, e che necessità di grandi aiuti da parte degli adulti. Ma in quali forme?
4 – Economia e ambiente: come adattare il nostro sviluppo?
La tutela dell’ambiente appare sempre più necessaria e urgente. Ma il rischio paventato da alcuni è che ciò comporti ricadute non positive su economie e occupazione. C’è un modo di conciliare le due esigenze programmando una riconversione graduale e indolore, o addirittura trasformando questo problema in opportunità?
5 – La risorsa Cultura e la Memoria della città
Parma, come l’Italia in genere, è ricchissima di bellezze artistiche e storiche, e di attrattive (Verdi e non solo) capaci di richiamare grandi folle da altre città e anche dall’estero. Come valorizzare e comunicare al meglio questo grande potenziale? E nel frattempo, in che modo fissare e tramandare la Memoria storica di Parma, nel momento in cui la transizione da carta a digitale rischia di far scomparire un grande patrimonio di libri e immagini?
Come vedete, si tratta di cinque temi davvero fondamentali, e quindi che se ne parli davvero a 360 gradi è una bella opportunità per Parma. E per tutti i parmigiani, che dovrebbero poter ascoltare gli incontri anche da remoto grazie a dirette tv e social.
Come dite? Ho dimenticato di dirvi quando e dove si terranno gli incontri e non vi ho detto neppure qual è il difetto di cui si parla nel titolo? Ah, sì: le due cose sono abbinate, perché questi incontri a tutto campo, e nei quali ognuno porti non le proprie lamentele o le proprie polemiche ma le proprie idee, sono programmati solo nei miei sogni di parmigiano. Parma, ormai da decenni, ha smesso di organizzare questi incontri che negli anni Ottanta mettevano a confronto le varie idee e ideologie (allora esistevano, e forse non era solo un male…), per poi ricavarne buone sintesi. Sarà un caso, ma nei successivi anni Novanta Parma fu spesso al vertice della classifica della Qualità della vita…
Oggi ci arrocchiamo tutti nella lamentela, negli aggressivi scambi social e nei discorsi politici da botteguccia, che non fanno crescere la città di un millimetro. E invece ci sarebbe proprio bisogno di confronti veri, tipo quello di cui erano capaci Peppone e Don Camillo quando si trattava di convincere il consiglio comunale a lasciare che la vecchia maestra avesse sulla propria bara – come aveva chiesto – la bandiera dell’Italia monarchica.
Altri tempi? Solo se lo vogliamo, solo se non ci svegliamo tutti nell’interesse di tutti. E di Parma…
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