Sarà perchè ero reduce da una giornata in mezzo a bellezze naturali, ma quando sabato sera e poi domenica mi sono letto il dibattito su Facebook (o almeno una parte) a proposito dell’iniziativa delle magliette rosse mi sono davvero cadute le braccia. 

Non che non sia abituato ai toni delle nostre “discussioni” social: 8 anni di gestione del sito Gazzetta e dei suoi commenti mi hanno ampiamente vaccinato. Ma qui mi è sembrato che avessimo ancor più abbassato l’asticella, con argomentazioni (e questo, devo dire, da entrambe le parti) che davvero fanno chiedere: ma che cosa stiamo diventando?

A Parma siamo sempre stati noti per la capacità di ironizzare, di scaldarci sì ma con arlìa. Per poi magari finire la discussione con i piedi sotto la tavola: certamente senza avere cambiato le proprie idee, ma anche con la consapevolezza che prima viene l’amicizia, il rispetto, appunto il sorriso. E quando ieri ho pubblicato la foto di una bellissima alba, scrivendo che il mondo è più bello di come noi lo vogliamo rendere, c’è stata una fiumana di “like” da parte di chi evidentemente ha fatto gli stessi pensieri.

Lo dico oggi, a bocce ferme, e lo dico anche a me stesso. Provate, proviamo a rileggerci: non solo sulle magliette rosse ma in generale nei nostri interventi su facebook. Chiediamoci che cosa penseremmo di noi e di quello che scriviamo: della supponenza, della mancanza di dubbi, dell’aggressività, spesso delle offese.

Faccio un solo esempio bipartisan di come funziona l’Italia di Facebook: qualche settimana fa eravamo in una dittatura (comunista) perchè “il Capo dello Stato non permetterà mai che governino i partiti che gli elettori hanno scelto”; ed ora siamo in una dittatura (fascista) “perchè Salvini è una minaccia per la democrazia”.

Una risata, speriamo, ci seppellirà. Ma intanto riabituiamoci a sorridere un po’ anche noi: anche al “nemico”, perchè l’Italia è una barca sola e ci siamo tutti sopra… 🙂

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