tramonto 030119

Il 2019 è iniziato regalandoci alcuni cieli stupendi e alcuni dibattiti stucchevoli. Non ricorderò in dettagli gli episodi che cito da alcuni mesi, ma è evidente a tutti che il livello del dibattito politico cittadino (quasi sempre affidato ai social) è rasoterra… E allora proviamo a guardare avanti:

fra 9 giorni è Sant’Ilario, mercante forse di neve ma anche di cultura e mansuetudine.

Il patrono di una città che gli assomiglia sempre meno, che ogni giorno di più si rinchiude nei ragionamenti a senso unico e nelle discussioni che non arricchiscono ma che tendono solo a denigrare. E sarebbe davvero un pessimo Sant’Ilario se anche il giorno più nobile della città si adeguasse a questo clima: un clima sterile che non fa certo crescere Parma nè fa davvero risolvere i problemi che anche qui si devono e si dovranno affrontare.

Allora il primo invito è per chi del Sant’Ilario sarà protagonista. Federico Pizzarotti torni ad essere il giovanissimo neo-sindaco che sulle scale davanti al Comune appena conquistato nel 2012 raccontava il suo sogno di “cambiare il mondo”. Torni ad essere il sindaco che nel primo discorso in Consiglio comunale richiamava la lezione di Guareschi e la necessità di saper trovare sintesi capaci di superare il conflitto delle opposte idee.

E con lui le opposizioni e tutti i politici mantengano pure le idee differenti, ma si ricordino che essere servono per poi mescolarsi e trovare la soluzione migliore: perchè la ricetta per gestire il mondo, o le città, non sta mai tutta a destra o tutta a sinistra. E neppure tutta al centro…

Un messaggio che ovviamente si sposerà con la scelta dei premiati.  E poichè è tempo di candidature, io ne butto lì alcune. A partire da due donne: la prima, che candiderei per la medaglia d’oro, è mamma Paola Pellinghelli, la mamma del piccolo Tommy che ha saputo trasformare in luoghi e occasioni di amore e positività il più crudele crimine che abbiamo raccontato a Parma (e attraverso lei verrebbero premiati anche il coraggio e la forza delle altre mamme di quell’anno orribile e di altre storie successive). L’altra è Franca Tragni, regista ed attrice ma anche donna di grande impegno sociale (nelle scuole, in carcere, nelle strade e nei teatri): ho conosciuto più da vicino il lavoro suo e dell’associazione ZonaFranca Parma e ne sono diventato un sostenitore. Altri nomi, lasciando ad altri la competenza di indicare qualche rappresentante del nostro bel Volontariato: Vittorio Parisi (scienziato, politico e pittore: sempre con la stessa misurata intelligenza), Leo Ortolani (fumettista che ha conquistato un pubblico vastissimo), Claudio Benassi (batterista che a mezzo secolo del ’68 delle messe beat tiene in vita il mito dei Corvi ragazzi di strada), Roberto Ceresini libraio “quasi” in pensione, Enrico maletti per il suo amore per il dialetto. Due sportivi: Giorgio Castelli e Claudio Piazza. E anche il nome di un collega: Antonio Mascolo, che ha appena arricchito una carriera di livello nazionale con uno splendido libro sull’anima del quartiere Oltretorrente.

Ma al di là dei nomi, lo dico oggi sperando di ripeterlo la prossima settimana: buon Sant’Ilario, Parma !

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