fb

Alla vigilia di Parma 2020, e spero guardando non solo al 2020, vorrei immaginare Parma come un cantiere (un’Officina parmigiana, per riprendere la lusinghiera definizione pasoliniana) nel quale ognuno di noi si chiede che cosa può fare per preservare, valorizzare e condividere la Cultura e l’Arte di Parma con i rispettivi tesori. E le guide, ad esempio,

sono uno strumento fondamentale. Come dite? Oggi c’è internet? Certo, verissimo; ed è giusto anche ammettere che a volte si incontrano siti ben fatti e utili. “A volte”: e il problema, come per i ristoranti e Tripadvisor, sta proprio lì: informazioni tantissime, ma non sempre razionali e ordinate, con la conseguenza che il web che dovrebbe far guadagnare tempo a volte ne fa perdere, rispetto ad esempio alla vecchia domanda a un indigeno affidabile quando si va in un’altra città: “Scusi, mi sa indicare dove posso mangiare bene senza spendere troppo?”.

Ecco, per le guide di una città è identico. Allora ben vengano le due iniziative che mi sono trovato a sfogliare contemporaneamente. Parto da quella di Anna Bartoli (ed. Diabasis) perchè è rivolta ai bambini: il che significa che potrebbe essere la base per una scoperta di Parma non solo da parte dei turisti ma anche dai…parmigiani. Che con lo spunto di mostrare ai bambini ciò che racconta la guida potrebbero ri-scoprire a loro volta una città piena di bellezza. Anna Bartoli le mostra alternando foto (ad esempio le splendide cupole, che si possono gustare anche nel formato tascabile) e la sua grafica, visto che proprio questo è il suo mestiere. Una cinquantina di pagine, che davvero stanno in tasca o zaino o borsetta, svelano l’essenza di quella che l’ultima di copertina definisce giustamente e senza campanilismi “una delle città più affascinanti d’Italia”.

Il “Parma una guida” di Incentro è per certi versi l’operazione contraria. Se Anna Bartoli ha cercato e trovato il format più semplice, soprattutto visivo, per arrivare ai bambini, qui ci sono oltre 270 pagine quasi sempre di testo, anche se nel mezzo non mancano alcune belle immagini. E bisogna dire che Chiara Bombardieri, che per paradosso è una residente…reggiana, ha fatto un lavoro certosino e validissimo. Con la conoscenza di 11 anni parmigiani per studio e con la concreta precisione dei bresciani (è nata in Franciacorta) è nato un lavoro preziosissimo per qualsiasi turisti, ma anche – come già dicevo per la guida della Bartoli – un testo da avere e leggere anche nelle nostre case parmigiane. Si scopriranno tante cose che neppure noi conosciamo.

E soprattutto, in entrambi i casi, sfogliando le due guide dovremmo chiederci quante cose che possiamo fare sono meglio che andare ad ammirare le bellezze che abbiamo la fortuna di avere ricevuto in eredità dalla Storia, per poi magari cercare di fare entrare un po’ di Bellezza anche dentro di noi, in questi tempi contrastati e aggressivi.

Please follow and like us:
Pin Share