La definizione più bella rimane quella che proprio a Parma ascoltai da Gianni Rivera: “il mio è stato sempre un calcio bambino, e ho giocato in serie A con lo stesso spirito e lo stesso divertimento con cui giocavo all’oratorio”. E i calzettoni arrotolati da “monello” (che fu il soprannome di Omar Sivori, che aveva la stessa moda) di Mariolino Corso e Pierino Prati. ne erano un simbolo. Ora, in tre giorni,
abbiamo perso quei due campioni dal nome antico: Mariolino e Pierino, anche quelli da bambini pestiferi.
E non importa se si è o si era tifosi di Inter, Milan o Juve: chi ha i capelli grigi sa di avere perso due figurine e due compagni di viaggio di una stagione (non solo calcistica) più spensierata e sorridente. Quel calzettone arrotolato, e quindi senza parastinchi, erano in fondo anche la certezza che – seppur non mancassero i difensori che “legnavano” – nessuno avrebbe attentato a quelle gambe. Era un calcio più leale e nel quale c’era più spazio per la poesia: che era soprattutto dei Corso, ma che non avrebbe avuto senso senza i Prati e il loro senso del gol (anche se in Italia in quel periodo nessuno poteva insidiare il primato di Gigi Riva). O senza i Mazzola.
Quando nei giorni scorsi, in occasione del cinquantenario, Rivera ha ricordato ancora una volta lo storico gol del 4-3 alla Germania, ha raccontato che il suo primo istinto era stato quello di andare in porta scartando tutti i tedeschi: poi aveva visto davanti a sè un muro bianco, e allora l’azione si era sviluppata sulla fascia sinistra, fino al cross di Boninsegna e a quel tocco in controtempo su Maier, che non era solo per fare gol, ma per vincere la sfida anche di intelligenza con l’avversario. E con sè stesso.
Cercate su You Tube le straordinarie foglie morte di Corso. E gustatevi i due assist straordinari (uno di tacco e uno in pallonetto) con cui Rivera mandò in gol Prati nella finale di Coppa Campioni contro l’Ajax dell’astro nascente Crujiff.
Il calcio bambino, che ci ha fatto innamorare. E che oggi, ora che Corso e Prati hanno rialzato insieme i calzettoni per sempre, ci lascia più tristi.
Giugno 23, 2020 il 8:35 am
Un calcio vero, fatto da persone genuine ed autentiche!