Il monumento a Bottego e l’istituto Bodoni li conosciamo tutti, ma che cosa sappiamo davvero di Bottego e Bodoni? E chi lo sa che un frate francescano è stato il più grande cronista di Parma e forse del Medioevo? A proposito di cronisti, quanto so io stesso di quel Paolo Maria Paciaudi nella cui via sono nato e cresciuto e che ha ospitato ben 6 giornalisti parmigiani di cui 2 direttori della Gazzetta (Baldassarre e Giuliano Molossi)…?

Basterebbe questo per capire quanto sia azzeccata l’idea di Michele Belmessieri di uno stradario parmigiano. A vignette, che è insieme la cifra stilistica dei primi due volumi (il terzo è in arrivo) e la chiave per avvicinarci, togliendo loro la patina della Storia e il timore reverenziale che ne consegue, i personaggi illustri di cui ci raccontano le targhe stradali.

Parmigiani e non, da Marco Emilio Lepido (senza la sua via Emilia non ci saremmo neppure noi) a Bruno Mora, grande e sfortunato campione del nostro calcio. Con alcune intuizioni stupende: Charlot, ovvero Charlie Chaplin, su un grillo del Parco Ducale. Immagine forse solo sfiorata, visto che Chaplin venne davvero a Parma a pranzo e poi ad ammirare Duomo e Battistero: ma forse se avesse saputo dei grilli avrebbe acconsentito a diventare per qualche minuto il suo straordinario Charlot.

Un ottimo modo per onorare Parma Capitale della Cultura: quella Cultura che non dev’essere solo un titolo prestigioso (ma peraltro da condividere e spartire in una logica staffetta con tante altre città italiane), ma qualcosa da creare ogni giorno dentro di noi. Ad iniziare proprio dalla conoscenza di chi ha fatto grande la nostra città.

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