Ripartire dall’Oltretorrente e dall’inaugurazione di una biblioteca è stato il modo migliore di ritrovare Parma dopo qualche giorno di vacanza. Biblioteca una e trina, perchè

la “Civica” di vicolo Santa Maria comprende anche la biblioteca Umberto Balestrazzi, con l’importante patrimonio di documenti che facevano capo al Pci e al Movimento operaio, e la Antonio Bizzozero dedicata soprattutto alla storia della nostra Agricoltura.

Un patrimonio culturale della città importantissimo (la Civica è anche la sede dell’emeroteca per la consultazione di alcuni quotidiani). Ma ancor più importante è il luogo dell’inaugurazione: ovvero quell’Ospedale Vecchio la cui storia abbina da decenni Cultura e Bellezza a degrado e incuria. Passando per quel progetto alberghiero che per fortuna non ebbe seguito, e che va ascritto nella parte meno felice del progetto di città che attraversò le legislature Ubaldi-Vignali (e che è stata puntualmente ricostruita in un pieghevole distribuito all’inaugurazione dal comitato “Leggere tra le ruspe”.

Alla giunta attuale, va dato atto di avere restituito proprio la funzione “civica” del complesso (ricordiamo anche la mostra Hospitale inaugurata nei giorni scorsi come ripresa di Parma 2020) e appunto delle biblioteche. Quasi una sfida controcorrente, quella della cultura e di una vera Cittadella di Carta, nell’era della accelerazione digitale e dell’ignoranza diffusa e quasi ostentata. Significativa anche l’intitolazione a Mario Colombi Guidotti.

Due postille. Proprio nel dare atto a Pizzarotti, Alinovi, Guerra & C. di avere salvaguardato e rivitalizzato questa funzione culturale e civica, vorremmo che questa parola – che sottolinea l’appartenenza dei luoghi alla Comunità che li abita – fosse sempre presente nelle scelte e nei progetti di Piazza Garibaldi. A volte è stato così (Ponte romano di via Mazzini e Piazza della Pace, al di là degli eterni problemi di ordine pubblico e degrado); a volte ci si è intelligentemente fermati in tempo (greto della Parma e progetto di pista ciclabile); a volte è difficile capire l’effettiva utilità e urgenza di interventi dispendiosi (via Mazzini); a volte il rischio di stravolgere sembra permanere (Cittadella).

Ecco: speriamo che la finalità “Civica” (C maiuscola) rimanga come per le biblioteche il faro degli interventi dei rimanenti 20 mesi di giunta.

La seconda postilla suona a merito di chi ha posto un problema ambientale e naturalistico non secondario, e degli amministratori (mi pare Alinovi in primis) che l’hanno accolto: la ristrutturazione in corso, con un piccolo accorgimento, mantiene piccole fessure che possono ospitare gli splendidi e utilissimi rondoni senza invece dare asilo ai più perniciosi piccioni. Una azione combinata fra ambientalisti quali Francesco Mezzatesta, associazioni come l’Ada, scuole e appunto Comune ha consentito con poco sforzo di salvaguardare un patrimonio della Natura. E anche questa è vera Cultura.

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