Me l’hanno detto mentre ero a lezione. E guardando i ragazzi davanti a me, ho pensato ai tanti altri ragazzi che tu avevi incontrato con la loro musica, in quella Vasca che era stata pazza, utopistica avventura di lavoro e amicizia nata per dare uno spazio tutto loro agli Under 25 di Parma: dai loro problemi alle loro band che tu raccontavi come sempre impeccabilmente. Ho pensato alla tua professionalità, per continuare a parlare a quegli studenti mentre la mente ormai era altrove e la voce faticava a uscire.

Non riesco e non voglio riordinare i mille momenti e i ritagli di questi 24 anni di lavoro insieme che poi sono proseguiti anche oltre fino a diventare 40: il caffè in redazione del sabato mattina, le pizze con tutti e tutte ancora insieme con le stesse risate di allora, purtroppo anche gli addii a chi ci ha lasciato ancor più presto. La tua voce e la capacità di porgere le notizie in radio e nel tg, quel pionieristico tg del mattino fra radio telefono e tv che sembrava impossibile ma alla fine funzionò, l’appuntamento pomeridiano delle dediche (quasi un facebook di allora), i collegamenti alle 7 con la radio quando ero passato al sito web della Gazzetta…

La tua trasmissione musicale a Rai 3 quando tutte le tue qualità portarono la Rai a farti l’offerta di proseguire, che aveva però ceduto il posto alla tua scelta di tornare con noi, a casa. Il tuo amore sviscerato per un esercito di cani e gatti, ognuno rigorosamente con un nome. Le tue risate con Ezio o con Anna Maria, che convivevano col tuo carattere, certo non facile ma fondamentale per creare insieme a pochi altri pionieri quella splendida Radio-Tv che poi divenne per me e Francesco Silva il più bel luogo di lavoro che potessimo immaginare nel nostro sogno da giornalisti.

Ci avete regalato una realtà e una lezione che ci hanno accompagnato fin dal primo giorno e che ci hanno insegnato tanto. A noi che venendo dalla Gazzetta pensavamo di dover portare il professionismo: no, eravate voi le professioniste autodidatte che, con Mauro, con Betty e col direttore Drapkind, avevate inventato la formula per diventare la radio-tv di una intera città, che andava dritta al cuore. Una ricetta che poi avete spartito con Pia, con Graziella e via via con tutti noi.

Ci siamo davvero voluti bene, tutti insieme anche subito dopo le discussioni che sempre ci sono in un luogo di lavoro. E abbiamo continuato a volercene nelle tante rimpatriate, con una colonna sonora di risate che sempre mi stupiva e mi incantava per come ancora ci univa e ci riscaldava.  Adesso che in poco tempo ci avete lasciato tu e Anna Maria, dopo la Betty, certo continueranno ad echeggiare ricordi e risate, continueranno dagli studi di via Mantova le parole e le musiche di chi ha portato e porta avanti il vostro testimone…ma è come se su quella prima Radio-Tv Parma che ha saputo incantare i parmigiani fosse sceso per sempre il silenzio. Ed è un silenzio che appesantisce il cuore.

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