Immaginate un serial killer e immaginate 112 parmigiani uccisi dall’inizio dell’anno. Oppure immaginate un barcone di quelli che tanto fastidio ci danno all’avvicinarsi alle coste del nostro benestante Paese: e immaginate che si rovesci con 1232 vittime. Ma non Mohamed o Omar… Ferrari, Bigliardi, Pagani…: cognomi parmigianissimi, del vicino di pianerottolo, del conoscente, del politico, del medico… Interessa a

qualcuno?

Ecco: sappiate che quel “barcone” (virgolette) e quel killer (senza virgolette) esistono per davvero. Dal 1° gennaio 2021 sono morte a Parma 112 persone. Ripeto: persone. E sono 292 già solo nella seconda ondata da novembre a oggi. E sono 1232 in questo anno di cui i media iniziano a ricordarci l’anniversario proprio oggi col paziente-1 di Codogno.

Sì: stiamo parlando di coronavirus. Terrorismo mediatico? No: numeri ufficiali che arrivano dagli ospedali. Numeri che corrispondono a volti, affetti, vite.

Quando stamattina facebook mi ha proposto la consueta sfilata di lamentele per la zona arancione e per le chiusure, ho pensato: è tutto vero, è un problema enorme, anche se dopo 12 mesi si continua più a sottolineare i problemi che a proporre soluzioni. Però ho anche pensato che nei conti – giustissimi – dei fatturati mancati e degli indennizzi dovuti, nessuno si ricorda mai degli altri numeri: quei 112, quei 292, quei 1232…

E’ una guerra, signori. E se nessuno è autorizzato a non comprendere e condividere la battaglia di chi è in ginocchio economicamente (lo dico prima che qualcuno mi ricordi il mio “privilegio” di pensionato: io le mie proposte le ho già fatte e sono nero su bianco sul facebook di questi giorni), allo stesso modo nessuno dovrebbe essere capace di ricordare quei numeri e di non ricordare gli altri. Chiusure e zone colorate possono essere più o meno felici, ma non sono un gioco: sono tentativi di arginare quel killer. E qualunque nostro discorso basato sui numeri dovrebbe partire da quel tragico terno: 112 – 292 – 1232…

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