“Galbani vuol dire fiducia” recitava uno slogan pubblicitario anni ’60. E in quella stagione di consumismo amichevole (almeno in apparenza) c’erano anche personaggi e invenzioni che ci hanno accompagnati a lungo: uno di questi era

“Ercolino sempre in piedi”, sempre made in Galbani, che era costruito in modo da tornare sempre in piedi anche quando lo spingevi verso il basso (foto sotto).

Ci ho ripensato ieri sera, guardando la partita del Milan con un occhio particolare rivolto a Stefano Pioli (e al suo fedelissimo vice Giacomo Murelli). Due “gemelli crociati” nel Parma anni ’80 di Marino Perani, quello che fu promosso a Sanremo, che anche dopo il calcio giocato si sono messi in squadra e hanno pian piano scalato le vette del nostro calcio, fino allo scudetto-capolavoro del 2022 e alla semifinale Champions dello scorso anno.

Ma a leggere sui social gli interventi dei tifosi del Milan, sembrava ormai che fosse davvero arrivata la fine del ciclo, in questa quarta stagione rossonera contraddistinta dalle 5 sberle nel derby con l’Inter e poi in altri scivoloni, fino a quello inaspettato a San Siro contro l’Udinese. Così, molti tifosi temevano (o qualcuno sperava) che ieri sera la corazzata PSG avrebbe certificato, dopo il 3-0 di Parigi, l’estromissione e la crisi della squadra rossonera, con le voci sull’arrivo di Ibrahimovic che parevano un ulteriore indebolimento del tecnico parmigiano.

Lo conoscono ancora in pochi, però, il nostro Stefano. E credo conoscano in pochi anche la caparbietà silenziosa, tipica della nostra Bassa, di Giacomo Murelli da Roccabianca. Il tandem made in Parma, dopo la scivolata con l’Udinese, si è messa al lavoro con poche parole, ma evidentemente ha saputo toccare le corde giuste. Ieri sera lo si è visto dalle primissime azioni di Leao e compagni: e perfino quando il tracollo è sembrato materializzarsi con il gol di Skriniar, squadra e panchina non hanno tradito nervosismo, e alla fine è arrivata una vittoria in rimonta che in pochi avrebbero pronosticato.

Ovviamente gli esami, come sempre per gli allenatori, non finiscono mai. Ma ieri sera, al di là del tifo di ognuno fra le squadra di serie A in attesa del ritorno del Parma, questi due “ragazzi” del Parma di Ernesto Ceresini hanno ancora una volta dimostrato il loro valore, come tecnici e come persone. E hanno così proseguito una bella storia di calcio che come parmigiani ci deve inorgoglire.

P.S – Ieri sera, e oggi rivedendo questa foto di due anni fa, ho pensato anche che questa vittoria avrebbe fatto molto piacere a un grande amico di Stefano: Enrico Cannata, che nell’ultima nostra chiacchierata mi disse proprio la sua fiducia e sicurezza sul fatto che Stefano sarebbe riuscito a tenere in mano la squadra e a mantenerla in alto anche a dispetto di possibili individuali cali di umiltà dopo la vittoria dello scudetto. E da qualche parte, magari insieme al presidente Ceresini, ieri sera Enrico ha certamenyte esultato anche lui.

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