Nomi interessanti, che provengono da vari campi della vita cittadina. E soprattutto nomi rispettabili per il solo fatto di mettersi in gioco: che la pensino in un modo o nell’altro, che siano o no della nostra “parte”, vanno tutti elogiati per la voglia di cimentarsi in un ruolo – quello del sindaco – che è sì prestigioso ma anche molto impegnativo e insidioso. Basterebbe pensare ai numerosi

avvisi di garanzia che hanno colpito in questi anni il sindaco Pizzarotti, peraltro poi sempre uscito prosciolto dalle varie imputazioni (l’ultima è recente e ancora in corso di inchiesta).

Quindi, nè oggi nè in futuro le mie riflessioni – anche quando critiche – prescinderanno dal rispetto che si deve a chi si impegna in prima persona candidandosi a un incarico importante quanto scomodo. Mentre noi critichiamo comodamente sul divano o dalla tastiera e magari non andiamo neppure, vigliaccamente, a votare (anche di questo parleremo presto)…

Premesso questo, e ribadito che già i primi nomi scesi in campo sono di persone stimabili e con diverse esperienze certamente in grado di essere utili alla città, l’impressione è un po’ simile a quella del campionato di serie A di calcio. Ovvero, c’è una bella incertezza e ci sono vari candidati allo scudetto, ma tutte le squadre hanno dei limiti.

In particolare, per ora le cronache sono state quasi sempre più al singolare che al plurale. Per restare nella metafora calcistica, più azioni individuali che ampie manovre corali. Proposte o autoproposte, dietro alle quali ci sono potenziali difficili da decifrare e ci sono squadre che spesso si riesce solo ad intravedere. Di nomi e situazioni parleremo bene solo una volta delineate le candidature definitive, ma due esempi già sono eloquenti: nel centrosinistra, si sono riuniti vari gruppi o partiti (si è sfilata solo Sinistra Italiana) ma manca ancora all’appello la risposta più attesa che è quella del Pd, dove secondo tradizione si sono già create almeno un paio di spaccature. Viceversa, nel centrodestra ognuno dei tre partiti per ora sembrerebbe andare per conto proprio.

Il proverbio dice che chi fa da sè fa per tre. Ma a noi piacerebbe vedere che chi farà farà soprattutto per Parma, e per ora le premesse non sembrano esattamente queste: tutti vogliono far gol e non si capisce chi poi dovrà sacrificarsi in copertura. Ne guadagnerà magari la suspense, proprio come nella lotta allo scudetto calcistico: ma la speranza che dovrebbe accomunarci è che le elezioni le vinca il/la migliore e che lo scudetto – comunque – lo vinca Parma…

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