Che un generale scriva un libro e lo vada a presentare pubblicamente può garantirlo solo una Costituzione illuminata come la nostra: la stessa Costituzione che molti suoi fans vorrebbero stravolgere. Per valutare codesto “scrittore” basta invece una sua perla: ha scritto

che gli omosessuali sono anormali. E chissà se ha mai ballato un lento con una canzone di Elton John… Quanto ai libri, non avendo acquistato il prode Vannacci, ci accontenteremo di anormali come Proust o Pasolini, di cui forse si parlerà anche quando il Vannacci avrà lasciato, come tutti, questa terra.

Ma il letterato in divisa, non pago della sua opera, ha voluto citare come suo modello il prode Giulio Cesare. Ovvero, come sa chi ha aperto anche qualche altro libro, “il marito di tutte le mogli e la moglie di tutti i mariti”. Qualcuno, prima o poi, dovrà spiegare alla Volpe del deserto culturale del Belpaese il significato della frase e l’ambiguità del suo idolo.

Che il Vannacci venga anche a Parma, quindi, non mi farà perdere il sonno.

Semmai, è triste e risibile insieme che una città che è appena stata Capitale della Cultura e un contenitore che proprio alla cultura vorrebbe affidare la propria rinascita sposino una operazione di così basso livello. Più che da Capitale della Cultura, robe da Capitale dell’ Ignoranza. Al cubo…parlandone in… generale, si intende.

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