Ci ho appena “litigato” su facebook (in realtà ha fatto tutto lui qualche giorno fa per una foto sui parcheggi sotto i Portici del Grano), quindi nessuno potrà accusarmi di favoritismi. E nell’attesa che la campagna elettorale entri nel vivo, è stato sicuramente lui il protagonista di questa settimana, fra video e discorsi di commiato in occasione degli ultimi consigli comunali: Federico Pizzarotti, che comunque vadano le prossime elezioni è all’ultima parte del suo doppio mandato di primo cittadino di Parma.

Intanto vorrei sottolineare un aspetto spesso poco citato in questo decennio: se avete letto

il post che ha dedicato al sindaco e alla moglie (anzi a “Federico e Cinzia”) il vicesindaco ed ex capogruppo Marco Bosi, comunque la pensiate politicamente non avrete potuto non cogliere un aspetto di cui già parlai nelle elezioni 2017 e che a mio avviso ha avuto molta importanza in questo decennio. Ovvero, in una politica che spesso è fatta di litigi e coltellate alle spalle (ne sa qualcosa soprattutto il Pd 2012 e 2017, senza contare che quest’anno ci sono almeno tre candidati che in qualche modo hanno/avevano a che fare col partito di Letta), quello che ha governato Parma negli ultimi due mandati è un gruppo che è nato anzitutto da forti legami personali e di amicizia e stima reciproca.

Non è una banalità. Come scrive Bosi, “penso che gli amici siano quelli che ti coprono le spalle quando serve, ti dicono quando stai sbagliando, ti sostengono quando hai bisogno e ti mandano a quel paese “nei denti” quando è il momento”. E nei partiti tradizionali, questo tipo di rapporti non è poi così frequente, anzi… Certo, anche l’attuale Effetto Parma ha avuto i suoi momenti difficili: la frattura con Grillo e la rottura con Nuzzo e Savani nella prima legislatura; lo strascico della vicenda Svoltare nella seconda; il chiamarsi fuori di Casa dalla alleanza elettorale 2022 (e chissà quanti altri episodi che personalmente non conosco). Ma non si sopravvive ad una frattura col M5s, dopo che la Gazzetta titolò nella clamorosa elezione del 2012 “Ha vinto Grillo”, se non c’è un patrimonio di coesione e unità di intenti: solo così Pizzarotti poteva arrivare alla elezioni bis, come in effetti accadde 5 anni fa.

Detto tutto questo, sento e leggo in questi giorni un nuovo “concerto” parmigiano che mi ricorda molto quello di cinque anni fa. Allora Pizzarotti era protagonista diretto della competizione elettorale, e quindi di lui si diceva che valeva poco e che sarebbe stato spazzato via dal voto… Ora invece sono in tanti a chiedersi del suo futuro, non senza malizie: c’è chi lo pronostica candidato alle prossime politiche per il Pd, chi lo dà per certo come consigliere all’Iren (con relativo contrappasso rispetto agli iniziali annunci sull’inceneritore di 10 anni fa), e infine chi – pochi per la verità – lo prennuncia apicoltore in Appennino…

Per quanto mi riguarda, non ha senso prevedere, nè quindi giudicare a priori. Peraltro ricordo che nel 2011 anche di Vignali si diceva, senza troppi scandali, che avrebbe potuto essere indicato come futuro candidato berlusconiano per il Parlamento (poi le cose hanno preso un’altra piega). Vedremo, ed eventualmente commenteremo a suo tempo.

Il discorso su Pizzarotti, in compenso, può ispirare qualche riflessione sul voto e più ancora sul futuro della città. Quello del sindaco è certamente un ruolo prestigioso, di grande popolarità e credo di legittimo orgoglio. E’ anche scomodissimo, se solo pensiamo agli avvisi di garanzia che hanno turbato il cammino di Pizzarotti pur finendo poi regolarmente in nulla (mi pare ci sia in piedi ancora solo una inchiesta) e alle tante critiche che inevitabilmente e quasi fisiologicamente un sindaco si “guadagna”. Quindi a lui, ai passati e al futuro sindaco/a, chiunque sarà, bisognerebbe anzitutto essere grati per l’impegno a favore della collettività: e non è una passeggiata, visto che di sindaci ne ho seguiti in questi decenni almeno sei.

Ma il vero punto è un altro. In queste settimane si parla molto di candidati e poco di città. Città intesa come “noi”. Non è infatti pensabile che chi vincerà a giugno (così come Pizzarotti i questi 10 anni) possa davvero indirizzare da solo le sorti di Parma, nel bene come nel male. Dipenderà anche e soprattutto da chi ha in mano le leve dell’economia, dagli intellettuali, dalle associazioni, dalle opposizioni, dai parlamentari, dalle forze dell’ordine, dalle politiche nazionali….e anche da noi cittadini, perchè ognuno di noi ogni giorno può migliorare o peggiorare la città. Il nome del sindaco sarà importante, certo, ma stiamo vedendo con Draghi (certo la personalità di maggior rilievo fra tutti i premier degli ultimi decenni) che da solo non fa nulla nessuno, se non ha il giusto contorno.

Ecco: allora, più che esercitarci nel tiro a segno su Pizzarotti aspettando il tiro a segno su chi ne prenderà il posto, sarebbe opportuno se ognuno di noi iniziasse a prendere su di sè almeno qualche sfumatura da sindaco. Perchè se Parma sarà in futuro migliore o peggiore dipenderà da tutti noi…

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