Libro prezioso (a mio avviso il migiore fra quelli fin usciti su Pasolini nel centenario della nascita), incontro altrettanto interessante. Finalmente
sono tornate le presentazioni in libreria e ci si può incontrare davvero, ad ascoltare e imparare.
Quello dei giorni scorsi da Feltrinelli (in una giornata poi conclusa dalla proiezione di Mamma Roma all’Astra, e venuto due giorni dopo un altro interessante incontro a Palazzo del Governatore su Pasolini e il calcio) è stato un incontro ricco come il volume di cui si parlava: “Tutto Pasolini”, edizioni Gremese, 442 pagine.
A Parma è giunto uno dei curatori, Roberto Chiesi, in dialogo con Primo Giroldini che su Pasolini sta organizzando una serie di appuntamenti che caratterizzeranno il prossimo autunno. E la loro chiacchierata ha davvero illustrato al meglio i contenuti ed i pregi di un libro che non solo è interessante nel suo complesso, ma ha anche il pregio di essere stato realizzato per argomenti in ordine alfabetico, in modo da poter essere letto dall’inizio alla fine ma anche di poter essere consultato per temi, traendone poi spunti per apporofondimenti ulteriori.
E non solo questa è una comodità che rende la fruizione del libro cartaceo quasi altrettando comoda di un ipertesto web. Ma è anche forse il modo migliore per approcciare un intellettuale pieno di spunti e di riferimenti (da Gramsci alla tragedia greca a Piazza Fontana…) come pochi altri.
Così, anche Chiesi e Giroldini hanno spaziato dagli archivi che tengono traccia di una attività quasi frenetica, all’impegno civile, all’omosessualità, alla religione, alla poesia, al marxismo… Davvero una carrellata esaustiva e che insieme spingeva ad approfondire i tanti spunti pasoliniani ancora attuali a ormai 50 anni dalla sua morte violenta.
A un certo punto, Giroldini ha stuzzicato Chiesi anche su La rabbia (il film a “quattro mani” con Giovannino Guareschi che uscì nelle sale e fu ritirato dopo pochi giorni, negli anni ’60). Ed è bastato questo per riaccendere dal pubblico qualche precisazione e qualche polemica, legata a quel binomio inedito e quasi impossibile. “Tutto Pasolini” ha fra i suoi pregi anche quello di non avere evitato quello strano film che molti studiosi dell’intellettuale e regista bolognese sembrano invece voler dimenticare. Però forse qualche spunto da approfondire (ad esempio il giudizio di Chiesi sulla parte in cui Guareschi giudica il processo di Norimberga) è rimasto: e ne riparleremo presto…
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