Che il centenario prosegua ! E’ stato un 2022 prodigo di regali pasoliniani, attraverso le tante pubblicazioni che hanno scandito il secolo dalla nascita dell’intellettuale più prolifico, discusso ed attuale degli ultimi decenni italiani (e nello scriverlo mi accorgo

che presto sarà il mezzo secolo dalla sua morte, e ciononostante il suo nome resta fra i più vivi nel dibattito culturale nazionale).

Ultimo libro letto, proprio a filo del fine anno, è il “Per Pasolini” di Goffredo Fofi. Ed è bello parlarne ora che il 2022 è terminato, perchè la speranza è che anche il nuovo anno resti ampiamente pasoliniano e porti avanti un dibattito che nelle opere di Pasolini può trovare mille spunti ancora fertili. Anche senza beatificazioni fuori luogo.

Proprio questa è la prima caratteristica che si apprezza nel libro di Fofi. Il quale, fin dall’inizio, ammette che “è con Pasolini che ho litigato di più”. E una volta letta questa premessa, è ancor più interessante e sincero l’excursus che il libro edito da La nave di Teseo offre attraverso contributi nuovi o scritti in un passato che va dal 1964 al 2020, ma che a loro volta sono tutti estremamente vivi e proiettati nel presente e nel futuro del dibattito su Pasolini.

Fofi scrisse e ribadisce giudizi severissimi su alcune parti dell’opera cinematografica pasoliniana. Rilegge Vangelo e Decameron, ricorda la stroncatura di Canterbury, rivive lo sconvolgimento davanti al disperato Salò (“il film di uno che vuole morire”). Ma lo fa sempre premettendo dubbi anche sui suoi stessi giudizi, che invece esaltano il periodo che va dalla Ricotta a Uccellacci e uccellini, sottolinenando il valore del meno noto a molti Che cosa sono le nuvole?

E laddove non si dice convinto del Pasolini regista, ricorda la grande acutezza del Pasolini polemista, dagli Scritti corsari alle Lettere Luterane. Ma, soprattutto, nel momento in cui non nasconde le proprie diffidenze di ieri e di oggi, Fofi ci dà uno dei più veri, sinceri e utili ritratti di un personaggio che appare ancora capace di dirci qualcosa. Anche se, come dice Fofi, forse siamo tutti – come lo fu lui – dentro una sconfitta.

(PS – Il taglio della pubblicazione è coerentissimo e quindi non ci si può stupire se anche in questo caso una carrellata sul cinema di Pasolini tocca un po’ tutto ma non La Rabbia scritta a quattro mani – contrapposte – con Giovannino Guareschi. Un motivo in più per parlarne nel 2023 che segnerà i 60 anni di un film-documentario caduto nell’oblìo ma forse non così insignificante come quasi tutti lo considerano…).

PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO: leggi gli altri articoli su Pier Paolo Pasolini

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