Non posso tenere solo per me, e per chi c’era, l’emozione e la gioiosa lezione di vita che con naturalezza e con semplicità Giulia Ghiretti ha regalato nell’incontro organizzato dall’Anmic nella sua sede in via Stirone e nel bellissimo Giardino di Luana che è dietro agli uffici dell’associazione. Una chiacchierata di quasi

due ore con questa straordinaria campionessa del nostro Sport: nuotatrice plurimedagliata e ormai nella parte più alta del nostro pantheon sportivo parmigiano con i Mora, gli Adorni, i Michelotti e pochi altri fuoriclasse, fra i pur tantissimi campioni delle varie discipline. E al suo fianco Andrea Del Bue, bravissimo e sensibile giornalista capace di raccontare nel modo migliore una storia che nasce da un salto al trampolino elastico che si trasforma in dramma, ma dal quale Giulia ha la forza di riemergere per tuffarsi – letteralmente – in una nuova vita di sport, nel nuoto, e in una nuova quotidianità che in tutti i modi si può definire tranne che una vita paralizzata, quasi che in lei si fosse invece acceso un fuoco nuovo.

Il “Sono sempre io” che fa da titolo al libro vien fuori nel suo racconto minuto dopo minuto: senza forzature e sempre con lo stesso stupendo sorriso che illumina la copertina. Giulia ha una spontaneità che conquista tutti i presenti: come nel libro, non nasconde i momenti bui (ad iniziare proprio dall’incidente che le ha cambiato la vita) e non esalta i suoi trionfi. Eppure, solo una determinazione straordinaria e non comune può spiegare un percorso iniziato con un argento ai Mondiali di Montreal del 2013, ovvero dieci anni fa, e non ancora concluso. Andrea Del Bue, del resto, conferma che Ghiretti ha un bel caratterino anche fuori vasca, e infatti – aggiunge sorridendo – scrivere quel libro in coppia non è stata sempre una passeggiata.

Ma negli occhi di Giulia c’è anche la sincerità: quella che fa andare oltre ogni contrasto. E appare ancor più inspiegabile che ai tempi della scuola non tutti abbiano capito e aiutato la loro compagna: anche di questo accetta di parlare, senza astio nonostante l’amarezza sia ancora ben viva. E mi viene da pensare che qualcuno a maggior ragione dovrebbe leggere quel libro: istruttivo per tutti, ma che forse potrebbe far riflettere qualcuno in particolare. Forse anche solo per capire, perchè in fondo a tutti noi capita sbagliare, e magari per chiedere scusa e ricucire qualche amicizia su basi nuove…

Un’amarezza ed un mancato sostegno che comunque sono ampiamente ripagati da quello che Giulia ha invece trovato in casa. Lo spiega già il libro, ma basta poi scambiare qualche parola con le altre tre donne presenti (la mamma che per prima le comunicò in ospedale che non avrebbe più camminato, la simpaticissima nonna, la sorella complice) per capire che quello è un vero “Dream Team Ghiretti”, completato ovviamente dal lato maschile con papà e fratello. Giulia e Andrea raccontano un episodio a voce, ma sembra proprio di vederlo lì davanti quel trio di fratelli che si avventura – a Parma in questi casi si dice “senza cognizione”… – in un sentiero impervio e quasi impossibile per la carrozzina, ma capace alla fine di regalare la vista dello splendido blu del mare di Argentario. E forse ancor più importante del mare blu è stata la soddisfazione per quel trio di “avercela fatta” senza mollare, quasi che si fosse vinto un trofeo collettivo e complice da aggiungere alla bacheca di Giulia, che è atleta individuale ma che comunque si muove sempre in team, sia nella preparazione in piscina che in questa parallela squadra familiare.

Sì: devono essere davvero gente speciale questi Ghiretti. E se Giulia è arrivata così in alto nello Sport innanzitutto con le sue forze, ogni volta che li si vede insieme si capisce che è come se ci fossero anche loro a “spingere” e a dare bracciate in vasca ogni volta insieme a lei. In piscina come in qualche modo furono insieme in tangenziale per un’altra sfida “impossibile”: prendere la patente del quad e…centrare una buca che solleva il mezzo e lo fa restare pericolosamente su due ruote, in un momento da panico prima che il quad fortunatamente torni a terra, come nella sequenza spettacolare di un film d’azione e prima che dalla mano dell’esaminatore, una volta finito l’esame dopo il grande spavento, arrivi il tesserino della patente a certificare un’altra vittoria.

La pazienza e la disponibilità con cui accetta le domande del vecchio cronista e poi del pubblico, la gentilezza con cui si pone, la modestia con cui avvolge una carriera di così alto livello… Quella che vola nel Giardino di Luana è davvero una Farfalla Giulia, nel cui sorridente racconto c’è una delle più belle storie mai incontrate in qualche decennio di cronache parmigiane. A un certo punto Del Bue scherza col presidente Antonini sottolineando che proprio la capacità di superare e sminuire gli ostacoli rende la Ghiretti “una pessima testimonial” contro le barriere. Ma in realtà, entrambi si gustano questo incontro all’aria aperta che profuma di primavera e che unisce un’altra squadra speciale come è quella di Anmic.

Di tante frasi preziose, ce n’è una che racchiude il senso di questa storia e di ciò che trasmette. Nel libro è così: “Sono perfettamente consapevole che tante esperienze incredibili che la vita mi ha regalato non le avrei mai potute vivere se non ci fosse stato quell’ultimo salto“. Parole semplici e straordinarie allo stesso tempo.

Certo: un giorno Giulia, come accade a tutti i campioni, dovrà uscire dalla vasca, in senso agonistico, e questa parte di favola finirà. Ma se la conclusione della carriera sportiva è sempre un momento delicato per tutti, e forse lo sarà anche per lei, certamente saprà trovare altre sfide da affrontare e vincere, senza smettere di volare alto e di regalarci (e regalarsi) emozioni: come ha saputo fare in queste due ore che ci hanno scaldato il cuore. Grazie Giulia, non cambiare e continua a sognare!

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