Sono celebrati, giustamente, per avere creato una delle migliori Gazzette di provincia del nostro giornalismo. Ma Aldo Curti e Baldassarre Molossi, così come
compaiono in ordine alfabetico sulla copertina, ebbero un altro grandissimo merito: la prima e fondamentale ricostruzione giornalistica dei drammatici mesi che seguirono all’armistizio dell’8 settembre di cui oggi ricorre l’ottantesimo anniversario.
Parma kaputt fu il titolo della pubblicazione edita nel 1979 dalle Grafiche Step. Un libro che ebbe un successo incredibile, e del quale oggi si trova ancora qualche copia in alcune librerie cittadine o sulle bancarelle dei mercatini settimanali di vecchi libri parmigiani, o forse sul web tramite Amazon ecc. Oltre duecento intensissime pagine, impreziosite da immagini tratte soprattutto dall’archivio di Oreste Battioni e da contributo di altre illustri firme parmigiane: Egisto Corradi, Luca Goldoni, Giorgio Torelli, Pierangelo Tronconi. Una formidabile squadra di narratori.
Nel volume, come poi nel successivo Parma anno zero, Curti e Molossi unirono la cronaca delle ore drammatiche e tragiche che seguirono l’armistizio ai successivi sviluppi del conflitto, soprattutto con i terribili bombardamenti su Parma del 1944, ai complicati sprazzi di quotidianità che la situazione consentiva.
In questo 8 settembre di 80 anni dopo, dovremmo cogliere tutti l’importanza di conoscere e capire la storia, i drammi e gli errori di quelle vicende: in un altro articolo ho ad esempio ricordato la scelta coraggiosa e dignitosa degli Internati Militari Italiani, che finirono nei campi di concentramento e la cui prigionia fu raccontata nello splendido Diario clandestino di Giovannino Guareschi (leggi qui).
Ed è a cosa come questa che penso quando invoco la creazione di una Casa della Memoria di Parma, che salvi questi grandi patrimoni, sia con la ripubblicazione sia con la digitalizzazione di questi volumi, ovviamente in ossequio dei detentori del copyright. Ne riparleremo presto…
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