Sì, è vero: uno è stato protagonista nello sport più praticato e seguito, mentre l’altra lo è “solo” nel nuoto e in quello sport paralimpico che alcuni credono ancora diverso e meno competitivo. E’ verissimo che le discipline e il contesto sono differenti, ma nelle due storie che lo Sport ci ha regalato proprio qui a Parma in queste ore io vedo solo due straordinari e identici esempi, pur nelle diversità, di ciò che rende davvero Campioni. E provo a spiegarvi perchè, partendo da un piccolo episodio di tre mesi fa.

Era stata solo una frazione di secondi: stavamo per iniziare l’intervista nel Giardino di Luana dell’Anmic, per presentare il libro scritto insieme a Andrea Del Bue, e Giulia Ghiretti voleva bere un sorso d’acqua. Mi girai per passarle una delle bottigliette che era alle nostre spalle, ma lei fu fulminea nel girarsi dalla carrozzina, superarmi in velocità nell’arrivare alla bottiglietta, prendere il bicchiere stringendolo fra i denti intanto che apriva la bottiglietta per poi bere e girarsi per iniziare l’intervista con il sorriso di sempre, che amplificai dicendole che mi aveva battuto per distacco come se la bottiglietta fosse stato il bordo vasca da toccare a fine gara.

In quelle frazioni di secondo vidi davvero la grinta dei Campioni: quell’impercettibile quid (stavo scrivendo “quad”, pensando che Giulia ha anche questa bizzarra patente di guida…) che fa la differenza nelle grandi competizioni. La stessa grinta, la stessa seria “cattiveria” (in senso sportivo) l’ho rivista quando le immagini da Manchester ci hanno mostrato il suo arrivo ai blocchi di partenza. Niente sorrisi, volto tiratissimo come ha ben colto e raccontato Del Bue sulla Gazzetta di Parma.

Si poteva realisticamente sperare in un podio, ma più di quello non era nè scontato nè probabile, con le due cinesi ad accerchiare minacciose la sua corsia. La prima vasca sembrava infatti confermare quella previsione: Giulia sul podio e forse medaglia d’argento fra le due cinesi, finchè… Finchè, nella vasca finale, riecco la ferma determinazione, la stessa di quella volta della bottiglietta: il bordo vasca come punto fermo, le bracciate che aumentano di ritmo, “Farfalla” Giulia che riesce insieme ad essere leggera e inarrestabile: uno splendido panzer d’acqua che si affianca alla avversaria cinese e la lascia alle spalle. E solo allora, riecco quel sorriso strepitoso di sempre, ma stavolta condito dalla soddisfazione per l’ennesima sfida vinta con sè stessa, e per l’ennesima gioia regalata agli altri, con il familiare “Team Ghiretti” ovviamente in prima fila a soffrire, tifare e urlare sugli spalti. L’istinto della Campionessa che è ancora lì in alto dopo 12 anni, quasi che fosse riuscita a fermare il tempo, un po’ come la sua collega “divina” Federica Pellegrini.

L’ho già detto e lo ripeto: verrà anche il giorno in cui Giulia dovrà uscire dalla vasca. Non sarà semplice, ma la grande lezione di Giulia è proprio quella di non scoraggiarsi, e anzi di esaltarsi di fronte agli avversari, nelle gare e nella vita. Vincerà ancora, dentro e fuori dall’acqua: straordinaria !

Gigi Buffon, paradossalmente, ha usato la ricetta opposta. Nel contesto serioso e talvolta teatrale delle partite di calcio (quelle in cui chi subisce un fallo si rotola più volte a terra come morente), lui ha spesso sfoderato il sorriso anche in campo, come in quella folle ma genuina esultanza sui cartelloni pubblicitari dopo aver parato al Tardini il rigore del Fenomeno Ronaldo. Così come sorrideva all’esordio al Tardini, senza la minima paura davanti al fortissimo Milan di Capello, con gente come Baggio e Weah. Ha avuto qualche scivolone, ma è stato determinante nel Mondiale 2006, e di favole ne ha scritte due, che meritano rispetto al di là di ogni tifo: quando proprio dopo il Mondiale accettò di restare fedele alla Juve anche in serie B, e quando in B ha accettato di tornare proprio qui a Parma, dove la favola era iniziata. Fino alle lacrime di poche settimane fa, “soltanto” per una mancata promozione in serie A… Forse uno dei ricordi più belli che potesse lasciare al Tardini, nel senso della professionalità e dell’attaccamento verso la squadra che lo aveva lanciato.

Giulia e Gigi: due modi diversi di essere Campioni, due grandi lezioni di Sport per tutti noi.

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