Pensate al Monumento al Partigiano: la bella scultura di Marino Mazzacurati fu nel 1956 uno dei primi monumenti in Italia dedicati alla lotta interna per resistere ai nazifascisti. E i parmigiani, almeno quelli che amano la libertà, ne vanno orgogliosi. Eppure ha un difetto…
Infatti,
di quella lotta partigiana manca addirittura una metà: quella femminile.
Una dimenticanza tanto grave quanto “inevitabile” per ciò che fu la Resistenza femminile e soprattutto per come essa fu vista dalla maggior parte degli uomini, durante e anche dopo i mesi della Resistenza seguita alla lacerazione del Paese dell’8 settembre. E allora, ci voleva un libro come questo “Non per bellezza”, per mettere davvero a fuoco il ruolo delle donne nella lotta partigiana.
La firma è di Margherita Becchetti, che in modo sempre più convincente e appassionato sta regalando alla città squarci di racconto e di analisi sulla nostra storia recente (non mi stancherò mai di lodare mostra e libro sui Capannoni, realizzati insieme a Paolo Giandebiaggi). E le edizioni sono quelle di Mup, che a sua volta è una delle realtà che tiene alta la fiaccola della produzione libraria per perpetuare una memoria parmigiana che sia anche base per programmare il futuro (qui cito il preziosissimo lavoro, anche in questo caso di mostra più libro, su Pasolini e Parma grazie a Primo Giroldini).
Si parla dunque di 1943-45 ma, a lettura conclusa, la gratitudine per il lavoro di Margherita Becchetti sta anche nel fatto che ci si rende conto che molti di quei temi ci accompagnano ancora nel nostro terzo millennio. Sì, perché scorrendo tante storie di donne partigiane (non solo parmigiane), le 190 pagine della pubblicazione ci dicono di pregiudizi, dubbi, coraggio e vergogna che è fin troppo facile accostare a situazioni che la cronaca e la vita ci propongono tuttora.
Eppure parliamo, per restare solo nel campo delle combattenti, di 35mila donne. Più le decine di migliaia che ebbero un importante ruolo di supporto alle azioni in armi. Già: le armi. Uno dei primi simboli di quelle discriminazioni che oggi ritroviamo nel mondo del lavoro o nell’organizzazione sociale: le armi, infatti, non erano “per le donne”, secondo l’opinione di molti partigiani.
E prima ancora di parlare di armi, non era stato facile già solo convincere i gruppi armati dell’opportunità di avere con sé anche donne: se a relegarle al ruolo di “angeli del focolare” era stato il fascismo, gli stessi pregiudizi abitavano anche la mente di molti uomini della Resistenza, che tutt’al più pensavano alle donne per ruoli di cucina o simili. Per non parlare delle altre preoccupazioni, legate ai tabù (parliamo di 80 anni fa) e ovviamente anche delle tentazioni della convivenza di uomini e donne.
“Non sono venuta qui per cercarmi un innamorato” dovette allora precisare da subito Elsa Oliva, unendosi ai gruppi partigiani dell’Ossola. Il che non significa, naturalmente, che non vi fossero anche avventure o veri amori, come accadde per la nostra Laura Mirka Polizzi. E qui è illuminante leggere che le difficoltà, paradossalmente, per qualcuna aumentarono al momento della Liberazione e del ritorno a casa: maldicenze, insinuazioni sulla serietà (provate a immaginare che cosa potesse essere allora il significato della verginità), perfino imbarazzi in famiglia, dove per molte giovani non fu facile riannodare il dialogo con le madri, imbevute di una cultura certo non ancora femminista.
La fatica per vedersi riconosciuto un ruolo politico (e per lo stesso diritto al voto) chiudono il cerchio di quegli anni ma diventano anche lo spunto più efficace delle riflessioni sull’oggi. E questo, accanto alle notizie strettamente storiche, è il secondo grande pregio del lavoro di Margherita Becchetti. Ma ne è anche lo sbocco più naturale: chi non conoscesse l’autrice, lo capirebbe comunque dalle ultime due pagine di ringraziamenti, che vanno dal compagno di vita e di studi William Gambetta a quelle del Centro studi movimenti e delle odierne lotte femministe, fino alla dolce dedica finale per la madre. Donne di ieri e di oggi, che con coraggio e passione indicano a tutte e a tutti noi una strada verso un mondo più equilibrato e più giusto.
ILCIELODIPARMA.IT – Ultimi articoli:
- Sogno di una Parma di mezza estate
- Sicurezza a Parma: che cosa ne pensa l’Intelligenza Artificiale?
- Doppia Steccata
- Se dalla finestra si vedono balene…Il geniale MUMAB di Salso
- Turismo da rafforzare? Occorre una “metropolitana” culturale
Ambiente Antonio Mascolo arte Attilio Bertolucci Battistero Parma Benedetto Antelami Bernardo Bertolucci calcio Carlo Ancelotti Cinema Comune di Parma coronavirus Correggio Donne Elezioni comunali Parma 2022 federico pizzarotti fotografia Fotografie di Parma gazzetta di parma giornalismo giovani Giovannino Guareschi Giulia Ghiretti Inceneritore La rabbia Libri Libri recensioni Non è mai troppo Parma parma Parmabooks parma calcio Parma senza amore Parmigianità Piazza Garibaldi Pier Paolo Pasolini Poesia Politica psichiatria Sicurezza Sicurezza Parma Stefano Pioli Tea Ranno teatro Università di Parma volontariato
Lascia un commento